Questo significa non avere a disposizione l’atleta nel peggiore dei casi, oppure averlo a disposizione solo in modo parziale quindi in allenamento non si può chiedergli determinati compiti, a discapito della performance generale della squadra.
La situazione a mio avviso è ancora peggiore, durante la gara quando si è obbligati a far scendere in campo un atleta in condizione fisica precaria, con una problematica in corso che anche se parzialmente limitante; rischia di essere l’anticamera di un infortunio più serio provocando la perdita dell’utilizzo dell’atleta per un periodo più lungo e nel peggiore dei casi di non poter più beneficiare dello stesso livello di performance di una volta.
L’aspetto dell’infortunio nel settore giovanile poi assume una valenza enorme, perché la prestazione richiesta non deve prescindere dal rispetto di un corpo ancora in via di sviluppo; in questi ultimi anni si è diffusa capillarmente nella pallavolo l’attenzione ad inserire in modo continuativo protocolli di lavoro efficaci per il benessere dell’atleta, per mantenere le articolazioni critiche nel corretto stato di bilanciamento.
Ad esempio il miglioramento clamoroso dei dolori alla spalla e la diminuzione degli infortuni della stessa è stato possibile attraverso semplici ma mirati esercizi con la banda elastica.
La nuova era è il trattamento miofasciale, alcune squadre operano già con queste portentose tecniche, il tessuto fasciale e muscolare si fondono insieme per creare la nostra naturale tuta aderente; grazie al rotolamento di rulli e sfere è sempre tenuto in condizioni ottimali ovvero fluido, idratato, viscoso ed elastico.
Sono gli attrezzi miofasciali che permettono ai tessuti di scorrere senza creare rigidità nell’articolazione evitandone il blocco funzionale; in modo tale da permettere ai muscoli di muovere la struttura con gesti tecnici più fluidi ed efficaci.
Un bagher è più preciso perchè le spalle ruotano meglio, una schiacciata è più potente perchè l’effetto frusta del braccio riesce ad esprimersi meglio.
La prestazione aumenta ma vi è un altro aspetto, quello più importante, basterebbe solo lui per far sposare a tutti i tecnici del settore l’utilizzo di questi attrezzi: si tratta della riduzione del sovraccarico, i rotolamenti liberano e rinfrescano il tessuto, i muscoli dell’atleta sono sempre “sani” e la percentuale di infortunio muscolare rasenta lo zero.
Le tecniche sono di facile comprensione, gli atleti le gradiscono perché il dolore diminuisce istantaneamente ed è possibile continuare ad allenarsi, le atlete di Donatella ad esempio, un’allenatrice che da anni applica queste tecniche in modo sistematico, se durante un esercizio in allenamento accusano un problema muscolare sono le stesse che richiedono al coach di poter trattare la parte per far ripartire il distretto muscolare doloroso.
Il tessuto fasciale ha proprio bisogno di questo, di essere massaggiato, principalmente con traiettorie longitudinali per scorrere senza frizioni rendendo così fluida la contrazione muscolare impedendo la formazione di dolorose contratture.
I trattamenti con questi attrezzi per alcuni sono oramai una pratica conosciutissima, ma per altri è ancora un terreno da esplorare; da esperto del trattamento miofasciale mi auguro che ogni essere umano possa trattarsi con i rulli e le sfere perché i benefici sono così tanti da essere inquantificabili.
Ho realizzato due videoguide che comprendono tutti i trattamenti che si possono fare sui muscoli del corpo con 4 attrezzi:
Ho scelto questi attrezzi perchè è il kit perfetto per riuscire a trattare tutti i muscoli con efficacia del 100 %, un kit di questo tipo considerando aziende di qualità alta si attesta intorno ai 60 € e gli attrezzi sono praticamente indistruttibili.
Le mie videoguide si chiamano Alta Schiena e Bassa Schiena, nella prima trovi tutti i trattamenti per la parte alta del corpo compreso anche il braccio, nella seconda tutti i trattamenti sul tratto lombare, sulla gamba e sulla schiena.
Qui di seguito il link trovi il link per acquistare direttamente Alta Schiena.